San Francesco è uno dei Santi più noti in Italia venerati e famoso al mondo in tutti i tempi, Francesco è una delle grandi figure dell’umanità che parla a ogni generazione. oltre ad essere ricordato tra gli iniziatori della letteratura italiana grazie al suo Cantico delle creature, Francesco ha vissuto una vita in armonia e nel rispetto di ogni essere vivente e per noi rimane un esempio da seguire.
Ecco riflessioni curiosità aneddoti frasi e fatti sorprendenti sulla vita di San Francesco d’Assisi…

Francesco d’Assisi prediligeva una vita umile e povera, al punto da decidere di liberarsi delle sue ricchezze e dedicarsi agli umili, agli ultimi della terra.
Ogni 4 ottobre si celebra la Festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia e ‘fratello’ degli animali. Figlio di un mercante appartenente alla piccola nobiltà cittadina, Francesco dopo la chiamata divina, abbandona la sua vita adagiata per iniziarne una fatta di penitenza e solitudine in totale povertà.

Uno dei santi più amati del mondo, “il poverello” per eccellenza, simbolo di pace, mansuetudine, generosità, un vero e proprio simbolo per i cattolici, al punto che anche il Papa in carica, per la prima volta nella storia, ha voluto assumere il suo nome.
Francesco disprezzava il denaro al punto da considerarlo alla stregua del diavolo ed ai suoi frati era assolutamente vietato anche solo toccare una moneta.
San Francesco e gli agnelli
Un episodio narrato da Tommaso da Celano racconta che un giorno Francesco e un suo compagno si imbatterono in un uomo che portava due agnellini sulle spalle, per venderli al mercato. Francesco, preso da pietà, sapendo che gli animali sarebbero stati venduti e mangiati, diede all’uomo il suo mantello barattandolo con i due agnellini.
San Francesco e i pesci
Si narra che quando Francesco vedeva pescatori che avevano fatto un’abbondante giornata di lavoro, chiedeva loro di rigettare i pesci in acqua.
Un giorno, un pescatore vedendo passare l’uomo, lo fermò regalandogli una tinca appena pescata. Francesco accettò il regalo, ma subito rigettò l’animale nell’acqua cantando le lodi di Dio. La leggenda racconta che il pesce non andò via, ma rimase vicino al Santo a giocherellare.
San Francesco e le anatre
Nei racconti francescani, si narra di un miracolo avvenuto a Lugnano in Tavernina. Un giorno San Francesco vide un lupo aggredire una donna per strappargli il suo bambino. Il santo chiese alle anatre di rincorrere il lupo, esse lo raggiunsero riportando il piccolo alla propria madre.
San Francesco e gli uccelli
Mentre si recava a Bevagna con altri frati, San Francesco entrò in un campo per predicare agli uccelli. Leggenda vuole che essi si riunirono attorno a lui ascoltando le sue parole.
Francesco era sì povero, ma pretendeva che le chiese fossero ricche.
Oggi molti utilizzano la sontuosità degli edifici di culto, dei paramenti sacri, dei calici d’oro come strumento di attacco alla Chiesa cattolica sostenendo, invece, che sia necessario “tornare ad una povertà francescana”. Francesco non avrebbe mai tollerato che l’Eucarestia fosse posata in un calice non di oro e che le chiese fossero spoglie.
San Francesco ricevette le stigmate mentre faceva un digiuno di 40 giorni
Le stigmate sono le piaghe sul corpo di Cristo in conseguenza della Crocifissione, oggetto di un culto particolare, che riappaiono sulla persona. Un francescano che lo accompagnò disse: “All’improvviso vide una visione di un serafino, un angelo con sei ali su una croce, questo angelo gli diede il dono delle cinque ferite di Cristo”.
Ciò accadde nel 1224 durante un digiuno di 40 giorni sul monte Averna, mentre si preparava per la festa di San Michele Arcangelo il 29 settembre.

Il primo ritratto (a sinistra) si trova nel monastero benedettino di Subiaco. San Francisco viene ritratto senza aura ne stigmate.
Il secondo affresco (a destra) lo troviamo nella Basilica di Assisi ed è stato dipinto dal Cimabue. L’affresco completo rappresenta la Madonna col Bambino sul trono, quattro angeli e San Francesco.

In tutti i suoi racconti, nelle sue preghiere sono presenti gli animali come pesci, agnelli e soprattutto uccelli. Ma sicuramente, la leggenda più conosciuta è quella legata al lupo che terrorizzava la città di Gubbio.
Si narra che Francesco riuscì a parlare con il lupo, domando la sua ferocia e facendo tornare la pace nel paese.
San Francesco è stato un prigioniero di guerra per un anno
Quando aveva circa 19 anni, prima della sua conversione, si arruolò nell’esercito e combatté in una guerra combattuta tra le città di Perugia e Assisi. È stato fatto prigioniero per un anno, per poi essere rilasciato.
Sul punto di morte, quando ormai il suo corpo era consumato dal dolore e non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi, Santa Chiara, sua grande amica, gli chiese insistentemente una sua predica (l’ultima!) e San Francesco, che era cieco e muto, prese della cenere in mano, la gettò un po’ in terra e un po’ la cosparse sul suo viso e dopo questo gesto se ne andò, lasciando l’amica in lacrime.
Nei nostri presepi natalizi, oltre al bue e all’asinello, al falegname e al pescatore di fianco al ruscello, (quasi) sempre fa la sua comparsa un fraticello col tipico saio marrone, questo perché San Francesco è l’inventore del presepe, ma non come lo intendiamo noi oggi, con le statuine sopra la mensola della televisione, ma col solo intento che la celebrazione della Messa nella notte di Natale non fosse celebrata in una chiesa, ma in una stalla, con al centro una mangiatoia vuota, “scaldata” dal bue e dall’asinello.
San Francesco era molto goloso di dolci
Non sapeva resistere in particolare ai mostaccioli di mandorle, farina e miele che preparava per lui donna Jacopa.
Il nome Francesco, è uno dei più diffusi.
L’onomastico viene festeggiato in particolare il 4 ottobre, giorno dedicato al Patrono d’Italia.
Francesco D’Assisi ha composto la prima poesia in volgare italiana: Il cantico delle Creature, scritto nel 1224.

San Francesco si recò in Egitto per incontrare dal Sultano Malik Al Kamil, ma non per una missione di pace o di dialogo interreligioso
Francesco d’Assisi, nato Giovanni di Pietro di Bernardone (Assisi, 1181/1182 – Assisi, 3 ottobre 1226 è stato un religioso e poeta italiano. Diacono e fondatore dell’ordine che da lui poi prese il nome (Ordine Francescano), è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Comunione anglicana; proclamato, assieme a santa Caterina da Siena, patrono principale d’Italia il 18 giugno 1939 da papa Pio XII, il 4 ottobre ne viene celebrata la memoria liturgica in tutta la Chiesa cattolica (festa in Italia; solennità per la Famiglia francescana).
Della nascita di Francesco non si conosce con certezza né il giorno, né il mese e neppure l’anno. Comunemente, si accetta il 1182 come anno della sua venuta al mondo. Sia alla nascita che al fonte battesimale, il padre Pietro di Bernardone dei Moriconi, era assente, e la madre, la nobil donna Pica Bourlemont, d’origine provenzale, gli mise il nome Giovanni. Al ritorno dal viaggio di lavoro in Francia, il padre lo chiamò Francesco. Era una famiglia della borghesia nascente della città di Assisi.
Nelle sue prediche era un grande improvvisatore e quando non sapeva più che dire parlava francese.
Una volta c’era frate Ruffino che non voleva andare a predicare in un paesino perché si vergognava, Francesco allora gli ordinò di andare nella piazza del paese e spogliarsi, ed il frate ubbidì.
Francesco era considerato un santo già in vita, al punto che in molti volevano solo vederlo, toccarlo o avere qualcosa che era stato suo per essere guariti da qualche male.
Era difficile, però, ottenere oggetti materiali che fossero stati di sua proprietà, perché Francesco non possedeva nulla oltre ad una tonaca, una cintura ed un paio di calzoni.
Per questo la gente, non di rado, chiedeva di avere, come se fossero delle reliquie, pezzi delle unghie tagliate a quello che considerava un santo.
Francesco fu costretto addirittura ad imporre ai frati che gli tagliavano le unghie di buttarle subito via, proprio per evitare che qualcuno potesse appropriarsene.
La prima pietra della Basilica di San Francesco d’Assisi fu posta il giorno dopo la sua canonizzazione
Francesco morì il 3 ottobre 1226. Fu dichiarato santo da Papa Gregorio IX il 16 luglio 1228, e il giorno successivo il Santo Padre pose personalmente la prima pietra della nuova basilica di San Francesco d’Assisi.
La tomba di San Francesco fu persa per secoli fino a quando fu riscoperta nel 1818
Il suo corpo fu trasferito nella sua basilica nel 1230, ma fu presto nascosto dai Francescani per proteggerlo dagli invasori saraceni. La posizione del suo corpo fu dimenticata e non fu riscoperta fino a quasi sei secoli dopo, nel 1818.
San Francesco d’Assisi non fu un filosofo nel senso preciso del termine, ma le sue riflessioni sulla vita, sulla morale, sulla religione e sulla natura ebbero una rapidissima diffusione: nacque così il francescanesimo, che ebbe una grandissima influenza nell’Europa del XIII e XIV secolo. Molti illustri filosofi di quel periodo furono francescani: tra gli altri Bonaventura, Ruggero Bacone, Duns Scoto, Guglielmo di Ockham.
Richiamandosi al pensiero di Agostino, essi affermavano il primato della volontà sull’intelletto, non solo relativamente all’azione umana, ma anche all’azione divina: in questo modo essi si sottoponevano totalmente al comando divino, e quindi alla fede, sia nella sfera etica sia in quella conoscitiva.
Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d’Italia e dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava frati cioé fratelli.
Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al secondo ordine francescano, e fondò un terzo ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici.
Francesco Morì nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1228.
Il suo fascino deriva dal grande amore per Gesù di cui, per primo, ricevette le stimmate sul monte de La Verna nel 1224, segno dell’amore di Cristo per gli uomini e per l’intera creazione di Dio. Nel suo ‘Testamento’ scritto poco prima di morire, Francesco annotò: “Nessuno mi insegnava quel che io dovevo fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo il Santo Vangelo”. Per questo è considerato il più grande santo della fine del Medioevo; egli fu una figura sbocciata completamente dalla grazia e dalla sua interiorità, non spiegabile per niente con l’ambiente spirituale da cui proveniva.
Ma proprio a lui toccò in un modo provvidenziale, di dare la risposta agli interrogativi più profondi del suo tempo. Avendo messo in chiara luce con la sua vita i principi universali del Vangelo, con una semplicità e amabilità stupefacenti, senza imporre mai nulla a nessuno, ebbe un influsso straordinario, che dura tuttora, non solo nel mondo cristiano ma anche al di fuori di esso.
Francesco ci ha lasciato diversi scritti, Regole ed Esortazioni, Testamenti, Lettere e alcune Preghiere, che ci consegnano la sua esperienza spirituale. Il poverello d’Assisi venne canonizzato nel 1228 da papa Gregorio IX e papa Pio XII nel 1939 lo proclamò, insieme con santa Caterina da Siena, Patrono d’Italia.
Uno degli aspetti più famosi della vita di San Francesco è il suo stretto rapporto con gli animali
Secondo alcuni, fu proprio a un animale, cioè all’asino che lo aveva trasportato per anni, che rivolse le sue ultime parole: «Fratello asino, sento di aver un gran debito con te. Mi hai sempre trasportato da un paese all’altro, senza mai lamentarti, senza mai protestare. Desidero solo che tu mi perdoni, prima che io lasci questo mondo, perché mi sono comportato in modo disumano con te».
Il MIracolo del Pesce
Tanti sono gli avvenimenti di San Francesco con gli animali, per esempio si racconta che quando vedeva pescatori che avevano fatto un’abbondante giornata di lavoro, chiedeva di rigettarli in acqua. Si narra che un pescatore della città di Piediluco, della provincia di (Terni), vedendo passare Francesco, ormai già famoso per le sue imprese da Santo, lo fermò e volle regalare una tinca appena pescata. Francesco accettò il regalo, ma subito lo rigettò nell’acqua. Poi incominciò a cantare le lodi di Dio. La leggenda racconta che il pesce non andò via, ma rimase vicino al Santo, a cantare e giocherellare, ascoltare le lodi. Il pesce andò quando Francesco gli diede il permesso, tornando libero tra i suoi fratelli pesci.
Le Stimmate
Il 14 o 15 settembre del 1224, si recarono al Monte la Verna, Francesco e Frate Leone, per pregare. Francesco quella sera si mise un po’ distante da Frate Leone , per pregare Gesù Cristo. Frate Leone vide una luce che arrivava dal cielo, era un Angelo Serafino, ( che significa: inviato, messaggero). Il Serafino scese lentamente verso Francesco che stava pregando, F.Leone poté vedere che portava le stimmate di Cristo, le quali furono impresse a Francesco: sulle mani, sul costato e nei piedi. Francesco adesso poteva realmente provare il dolore fisico di Cristo.
Il miracolo delle Anatre
Nei racconti Francescani, si narra di un miracolo avvenuto a Lugnano in Tavernina .Un giorno S.Francesco mentre pregava vide che una donna fu aggredita da un lupo molto feroce. Mentre aggrediva la donna, il lupo addento il bambino e se lo portò via .Vista la scena il santo chiese a delle anatre di rincorrerlo. Le anatre riuscirono nell’impresa, questo avvenimento rimase nella storia francescana, ancora se ne parla .

Il 14 settembre 1224, raccontano i biografi, mentre pregava sul monte Verna, Francesco scoprì di avere le stigmate. Dio lo aveva ascoltato e gli mandava un suo segnale.
Ma le malattie lo perseguitavano, probabilmente accentuate dal rigido modus vivendi del poverello. E la morte lo colse nell’ottobre del 1226.
Con Francesco se ne andò un grande rivoluzionario pacifista, il sufi occidentale per eccellenza e uno dei personaggi più amati del Medioevo.
La morte nascose ai suoi occhi le persecuzioni cui furono sottoposti i Francescani da parte della Chiesa Cattolica negli anni a venire.
Le autorità guardavano con crescente sospetto questi fraticelli così diversi dagli altri e depositari di una singolare filosofia di vita.
La morte gli risparmiò la vista della corruzione che un giorno avrebbe finito per contaminare anche il suo amato ordine.
Francesco spirò nella chiesetta della Porziuncola, nel mezzo delle febbrili visioni di santo.
Se davvero il Paradiso esiste, la sua anima lo raggiunse subito.
Leggera come una piuma d’uccello e splendente come fratello Sole.

“Assisi è una gran bella cosa, paese, città e santuario” sono le parole usate dal poeta Giosué Carducci per descrivere questo piccolo centro.
Assisi è un paese, un piccolo borgo dell’Umbria: un territorio stupendo arroccato in cima a una collina che guarda a valle. Un borgo molto piccolo, composto e che è rimasto immutato nei secoli.
Il paese è molto importante per la presenza religiosa: proprio da qui San Francesco è partito per provare o cercare di provare a portare dei cambiamenti all’interno della chiesa.

Assisi si trova presso il Monte Subasio e qui tutto parla del Santo, ovvero di San Francesco. Nel 2000, è stata inserita nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, come esempio unico nella storia di città santuario. Assisi esiste spesso come connubio al culto e alla diffusione del movimento francescano nel mondo, in un messaggio di pace e tolleranza, anche per tantissime altre religioni.
Assisi è nota soprattutto per la figura di San Francesco: il patrono della città ed è il Santo Patrono di Italia, festeggiato il 4 ottobre. San Francesco è nato ed è morto qui.
Proprio qui si ritrovano le spoglie del santo custodite all’interno della Basilica e meta ogni anno di pellegrini che vengono a omaggiarlo e a dedicargli una preghiera.
Il 16 luglio 1228 il Papa Gregorio IX proclamo santo San Francesco e il giorno dopo si presentò sul colle per posare la prima pietra e fondare così la futura Basilica di San Francesco in sui onore. Nel maggio 1230, dopo 4 anni dalla sua morte, tutti i lavori della Basilica furono ultimati.
Se la si scorge da lontano, sembra una roccaforte, ma è composta da due chiese sovrapposte: la basilica inferiore e una cripta in cui giace la tomba del santo. Nella chiesa si racconta la storia artistica italiana, grazie alle opere di maestri quali Giotto, Cimabue, i Lorenzetti e Simone Martini. La Chiesa superiore presenta opere e affreschi di Giotto che raccontano in 28 quadri la vita del santo e le opere di Cimabue. Nella basilica inferiore della chiesa si trova la cripta con i resti del santo.
Vi è poi una urna in pietra rinchiusa con delle sbarre in due griglie di ferro dove si trova il corpo del santo. Sopra la tomba brucia una lampada con l’olio offerto ogni anno da una regione italiana diversa. All’interno si trovano gli”affreschi allegorici” di Giotto, la “Madonna Angeli e San Francesco” e i “Cinque Santi” di Simone Martini, gli “Episodi della vita e della passione di Cristo”, la “Madonna e Santi” e le “Stigmate” di Lorenzetti.

Il Cantico delle creature (Canticum o Laudes Creaturarum), anche noto come Cantico di Frate Sole, è un cantico di San Francesco d’Assisi composto intorno al 1224.
È il testo poetico più antico della letteratura italiana di cui si conosca l’autore (ma non il testo più antico in assoluto, che è l’anonimo Quando eu stava in le tu’ cathene, una canzone d’amore databile tra il 1180 e il 1220).
Secondo una tradizione, la sua stesura risalirebbe a due anni prima della sua morte, avvenuta nel 1226.
È comunque più probabile che, come riportano le biografie di Francesco, la composizione sia stata scritta in tre momenti diversi.
Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigore attraverso le sue opere, divenendo così anche un inno alla vita; è una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l’immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza fra l’uomo e tutto il creato, che molto si distanzia dal contemptus mundi, dal distacco e disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di altre tendenze religiose medievali (come quella instaurata da Jacopone da Todi).
La creazione diventa così un grandioso mezzo di lode al Creatore.
Le più belle frasi per augurare un buon onomastico a tutti i Francesco
Non appoggiarti all’uomo: deve morire: Non appoggiarti all’albero: deve seccare. Non appoggiarti al muro: deve crollare. Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre!
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore | et sostengo infirmitate et tribulatione.
San Francesco d’Assisi, Il Cantico delle Creature
LODI DI DIO ALTISSIMO
Tu sei santo, Signore, solo Dio,
che operi cose meravigliose.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,
Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo,
re del cielo e della terra.
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi,
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene,
il Signore Dio vivo e vero.
Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine,
Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia,
Tu sei la nostra speranza, Tu sei giustizia,
Tu sei temperanza,
Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza.
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.
Tu sei protettore,
Tu sei custode e nostro difensore,
Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio.
Tu sei la nostra speranza,
Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità.
Tu sei tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna,
grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.
Desidero poco e quel poco che desidero, lo desidero poco.
Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena m’è diletto.
Ave, regina sapienza,
il signore ti salvi con la tua sorella,
la santa, pura semplicità.
La santà umiltà
confonde la superbia
e tutti gli uomini che sono nel mondo,
e similmente tutte le cose
che sono nel mondo.
Tu sei amore e carità,
Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà,
Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza,
Tu sei sicurezza,
Tu sei quiete.
Un solo raggio di sole è sufficiente per cancellare milioni di ombre
Riponi la tua fiducia nel Signore
ed egli avrà cura di te.
Concedimi la serenità
di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio per cambiare quelle che posso
e la saggezza per riconoscerne la differenza.
Il Figlio di Dio
era più nobile di noi,
eppure per noi si è fatto povero
in questo mondo.
Oh Signore, fa di me uno strumento della tua Pace
Dove è odio fa che io porti l’Amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dove è discordia, ch’io porti la fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
O Signore fa’ che io
non cerchi tanto di essere consolato
quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare.
Poiché donando, si riceve;
perdonando, si è perdonati;
morendo, si resuscita alla vita eterna.
Amen
(Preghiera attribuita a San Francesco)
Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.
Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.
Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti
Ciò che mi sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza d’anima e di corpo.
Dio mi ha chiamato per la via dell’umilità
e mi ha mostrato la via della semplicità.
Approfondimenti su San Francesco d’Assisi siti blogs e links alle fonti video Youtube e ricerche Google…
https://www.apesocialwear.com/blog/sei-curiosita-san-francesco-assisi/
https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/
https://ilpoverellodassisi.jimdofree.com/miracoli-leggende-francescane/
https://www.assisiofm.it/san-francesco-d-assisi-1124-1.html
http://www.santiebeati.it/dettaglio/21750
https://www.patreon.com/posts/42317465
https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_d%27Assisi
https://www.fanpage.it/attualita/cinque-cose-che-forse-non-sapete-su-san-francesco-d-assisi/
https://www.studenti.it/san-francesco-d-assisi-vita-pensiero-cantico-delle-creature.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Cantico_delle_creature
Assisi: le cose da sapere su San Francesco e la Basilica
Ad Assisi tutto profuma di religione, di spiritualità, grazie anche a San Francesco che qui è nato…
https://www.viaggiamo.it/assisi-san-francesco-basilica/