Mi 11 Ultra oggi si parla del Re, pensato un po’ per stupire e un po’ per provare nuove strade come quella del display posteriore. Non è la prima volta che lo vediamo su uno smartphone, ma incuriosisce la sua genesi visto che è stato lo stesso amministratore delegato Lei Jun a raccontare che si tratta del medesimo pannellino già usato sulla Mi Band 5. Dunque un esperimento che ha portato anche all’utilizzo di un gigantesco modulo posteriore dove trovano posto anche tre ottime fotocamere, una delle quali anche periscopica.
Mi 11 Ultra il nuovo smartphone top di gamma di Xiaomi, è pronto a sbarcare in Italia. Come suggerisce il nome, il dispositivo rappresenta la massima espressione tecnologica del marchio di Pechino, ed è a tutti gli effetti un peso massimo. In senso figurato, perché gareggia nella fascia alta del mercato contro giganti del calibro di iPhone 12 Pro Max e Samsung Galaxy S21 Ultra, ma anche in senso letterale: è grande e pesante, e implementa un enorme comparto fotografico da tre obiettivi, con due sensori di grandi dimensioni, uno zoom periscopico e addirittura un secondo schermo OLED da 1,1”.
Caratteristiche coraggiose, che rendono il Mi 11 Ultra un telefono per pochi appassionati, ma che allo stesso tempo definiscono la natura stessa di questo dispositivo: uno smartphone che incarna il “non plus ultra” dell’offerta tecnologica di inizio 2021, senza alcun compromesso.
Xiaomi Mi 11 Ultra, design e specifiche
Nel design complessivo del dispositivo, l’unità fotografica posteriore ha un ruolo centrale e prominente. L’intero blocco delle fotocamere sporge dal telefono e costituisce un terzo dello spessore complessivo nel punto più alto del dispositivo.
Sul modello Ceramic White che abbiamo provato noi il vetro scuro del comparto fotografico contrasta in maniera elegante con il bianco della scocca posteriore. Sembra realizzata in vetro, ma in realtà è ceramica, materiale che conferisce un look and feel premium al dispositivo.
Anche lo schermo è da primo della classe: 6,81”, AMOLED, un miliardo di colori, frequenza di aggiornamento da 120HZ, HDR10+ e Dolby Vision, 900 Nits di luminosità, 551ppi.
Unico neo: i bordi arrotondati laterali, che a noi non fanno impazzire ma contribuiscono a snellire un po’ questo gigante da 234g di peso.
Il processore è uno Snapdragon 888 di Qualcomm, il migliore in circolazione per smartphone Android, accompagnato da 12GB di RAM, 256GB di spazio di archiviazione (non espandibile) e compatibile con le reti 5G grazie al modem integrato.
Completano il quadro delle caratteristiche la protezione IP68, che rende il telefono impermeabile (è la prima volta per uno Xiaomi venduto in Italia), la batteria da 5000mAh di lunga durata con ricarica wireless velocissima e il lettore di impronte sotto lo schermo. Il sistema operativo, infine, è Android 11, con personalizzazione MiUi 12.5.
La fotocamera sporgente
Se le caratteristiche tecniche sono eccellenti ma congruenti a uno smartphone premium del 2021, sul comparto fotografico Xiaomi ha provato a spingersi oltre, integrando alcune fra le migliori componenti fotografiche disponibili. La fotocamera principale fa la parte del leone grazie al sensore GN2 di Samsung (il più grande implementato ad oggi su uno smartphone) e al sistema di otto lenti, con un apertura di f/1.95 e una lunghezza focale di 24 mm. La seconda e la terza fotocamera sono un super-grandangolo e un teleobiettivo 5X.
Entrambe montano un sensore Sony IMX586, con 48MP di risoluzione. Il super-grandangolo ha uno dei più ampi angoli di campo mai visti su uno smartphone: 128°. Il teleobiettivo rispecchia le caratteristiche dello zoom del Mi 10 Ultra, il modello dello scorso anno che Xiaomi non aveva commercializzato in Europa.
Come il sensore principale integra un sistema di stabilizzazione ottica, utilissimo per scattare foto e video a mano libera.
Ottime anche le caratteristiche di ripresa video: tutte i sensori, incluso il teleobiettivo, possono girare video in risoluzione 8K a 24p, oppure 4K fino a 60p. Non è cosa da poco, considerato che molti smartphone di fascia alta tendono a limitare la risoluzione video sui sensori secondari.
Il piccolo schermo aggiuntivo laterale, integrato nel blocco fotografico, è l’elemento che non ti aspetti, il tocco originale con cui Xiaomi ha voluto fare la differenza. È sicuramente ingombrante, ma è un’ottima idea. È un display OLED da 1,1” (lo stesso della Xiaomi Mi Band 5, il braccialetto smart per lo sport) che si può personalizzare per indicare l’ora, per segnalare la presenza di notifiche oppure per mostrare un’immagine a scelta. La modalità più interessante però si nasconde nelle impostazioni della fotocamera, dove si può attivare la visualizzazione dell’anteprima fotografica.
In questo modo il mini-display diventa una sorta di specchio digitale e permette di scattare selfie e foto di gruppo con gli obiettivi posteriori. Peccato solo che questa funzione sia attivabile unicamente per la modalità principale della fotocamera e che non funzioni ad esempio con i video. Gli unici filmati che si possono registrare con un’anteprima sono i video da 15 secondi che è possibile catturare tenendo premuto il pulsante di scatto. La buona notizia è che tutte queste funzioni sono aggiornabili a livello software: qualora Xiaomi lo volesse, il mini-display posteriore potrà ampliare le proprie funzioni con un futuro aggiornamento del sistema operativo.
La prova fotografica
Durante la nostra prova in anteprima del Mi 11 Ultra ci siamo concentrati in particolar modo sulle capacità fotografiche del dispositivo, cercando di capirne pregi e difetti. Per i nostri scatti – che potete vedere, commentati, – abbiamo utilizzato sempre l’applicazione fotocamera del dispositivo.
L’interfaccia è semplice, analoga a quella di molte altre app standard Android, ma Xiaomi ha fatto un ottimo lavoro nella personalizzazione delle opzioni, che sono tantissime. Molte delle funzioni avanzate delle fotocamere, infatti, non sono disponibili di default nell’app ma vanno cercate e attivate nelle impostazioni.
Nella nostra prova non abbiamo mai avuto problemi a trovare ciò che cercavano, scoprendo nel processo varie funzionalità aggiuntive. Per le nostre foto abbiamo utilizzato principalmente la funzione standard, che produce scatti a circa 12,5 o 12 Megapixel (a seconda del sensore) grazie alla funzione pixel-binning 4 in 1 dei sensori da 50 o 48MP.
Le impressioni sono buone, con qualche elemento migliorabile. Come si può vedere dalle nostre foto, lo Xiaomi Mi 11 Ultra se la cava molto bene con varie condizioni di luce e gestisce bene la gamma dinamica, senza esagerare la presenza del cielo – come altri dispositivi della concorrenza – o senza particolari squilibri che favoriscano questa o quella tonalità di colore. Il bilanciamento del bianco ci appare calcolato per un uso generico del dispositivo, ma può essere personalizzato. Nel complesso ci siamo trovati a nostro agio più con la modalità pro che con quella standard della fotocamera, che a volte su certi tipi di scatto è un po’ troppo “invadente” nello sviluppo dei colori sulla base del soggetto.
Ci aspettavamo invece qualcosa in più dalla messa a fuoco: non dà quasi mai problemi, in particolare con soggetti di cui lo smartphone riconosce il volto o la sagoma. È meno prestante, però, quando si vuole scattare rapidamente un soggetto in movimento. Difficoltà comprensibile, vista l’altissima risoluzione dei sensori, ma ci sono margini di miglioramento. Dello zoom 120X fatichiamo invece a comprendere l’utilità: è uno zoom digitale iper-spinto, che non permette di mettere a fuoco quasi nulla, è difficile da adoperare a mano libera e produce scatti sgranati, inutilizzabili a fini fotografici. L’impressione è che si tratti più di una trovata di marketing per poter scrivere “120 X” sulla fotocamera posteriore, ed è un peccato: un comparto fotografico di questo livello, infatti, non ha bisogno in alcun modo di questa funzione per convincere il pubblico degli appassionati.
Molto buoni anche i video, soprattutto in risoluzione 4K 60p. Anche in questo caso ottima la resa cromatica e molto buona la stabilizzazione, ma solo quando si gira con il sensore principale o il teleobiettivo. La differenza si vede però quando si gira un filmato con la fotocamera grandangolare, che non monta un sistema di stabilizzazione ottica come gli altri due obiettivi.
Sorprende, infine la maneggevolezza del dispositivo: lo smartphone rimane pesante e ingombrante (soprattutto in tasca), ma quando lo si usa per una sessione fotografica l’impressione è di tenere in mano un oggetto ben bilanciato, solido, più affine a una fotocamera che a uno smartphone tradizionale.
Conclusioni
Xiaomi Mi 11 Ultra non è uno smartphone per tutti e la nostra prova ce lo conferma. Le grandi dimensioni, il peso, la presenza importante della fotocamera sporgente sono tutti elementi che diventano però comprensibili e quindi accettabili se si sposa la filosofia di questo dispositivo: quella di uno smartphone che non scende a compromessi, e che offre il massimo disponibile sul mercato a chi cerca un top di gamma coraggioso, costoso ma pieno di funzionalità.
Con questo Mi 11 Ultra Xiaomi afferma inoltre la legittimità della propria presenza nella fascia premium del mercato con caratteristiche tecniche che finora mancavano sui suoi modelli, come la resistenza all’acqua con certificazione IP68.
Rimane a nostro parare qualche dettaglio da rivedere sul software delle fotocamere. Il livello è già molto buono, ma si può ancora lavorare un po’ sulla calibrazione di alcuni aspetti a livello software. Già oggi però questo Mi 11 si merita senza dubbio l’appellativo “Ultra”, e si può annoverare fra i contendenti che puntano al podio nella fascia altissima del mercato smartphone.
Prezzi e disponibilità
Xiaomi Mi 11 Ultra disponibile in Italia dal 5 maggio nella versione da 12GB di RAM e 256GB di spazio di archiviazione. Le colorazioni sono due: Ceramic White o Ceramic Black.
Prezzo di listino 1399€, ma per le prime 48 ore lo si potrà acquistare (su mi.com ) a 1199€, con stazione di ricarica wireless veloce da 80W in omaggio.