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Giornata della riparabilità riparazione International Repair Day dare una seconda vita agli oggetti è un nostro diritto

Repair Day Giornata della riparabilità

La Giornata internazionale della riparazione è stata istituita nel 2017 per promuovere il valore e l’importanza della riparazione anche in occasione di eventi delle comunità come i Repair Cafés o i Restart party.

L’evento si svolge ogni anno il terzo sabato di ottobre. La prima giornata internazionale di riparazione è stata organizzata il 21 ottobre 2017

La seconda giornata internazionale di riparazione si è svolta il 20 ottobre 2018.

L’evento del 2018 si è concentrato sul diritto alla riparazione: il diritto di accedere alle informazioni e alle risorse necessarie per la riparazione e la necessità che i prodotti siano più durevoli, efficienti e riparabili

Una giornata mondiale che ci ricorda, ancora una volta, che anche noi dobbiamo fare la nostra parte per il futuro del pianeta: è il 16 ottobre, International Repair Day, Giornata internazionale della riparabilità.

È stata istituita anni fa da Open Repair Alliance, gruppo di organizzazioni che collaborano a livello mondiale per rendere i prodotti elettronici più durevoli e facili da riparare favorendo l’economia circolare, e quest’anno ha per tema «riparare riduce le emissioni di carbonio».

Produrre un solo smartphone, per restare sull’esempio di uno dei prodotti di maggior consumo, si emettono da 40 a 80 chilogrammi di anidride carbonica (dai quali i costi di trasporto sono esclusi). Costi che si ridurrebbero sensibilmente se, anziché comprare nuovi device, potessimo aggiustarli in modo semplice e, ancora prima, avessimo la sicurezza di poterlo fare.

Questa giornata nasce proprio per sensibilizzare al diritto alla riparazione: «È il diritto come consumatori a potere accedere non solo a pezzi di ricambio, ma anche alle informazioni per avere cura dei nostri oggetti in modo indipendente», dice Frida Doveil, architetto, designer, giornalista e docente che da anni porta avanti studi e progetti sulla sostenibilità, ai quali ha anche dedicato un portale – r-riparabile.com –che vuole aggiornare sugli scenari futuri. «Nell’era della meccanica avere cura degli oggetti quotidiani come una bicicletta, non solo era possibile, era anche una filosofia di vita, mentre ora con l’elettronica non lo possiamo più fare e invece dovremmo sentirci liberi anche di tenere lo stesso smartphone per molti anni», prosegue Frida Doveil, che in questa intervista spiega perché riparare è il futuro, e come possiamo farne parte.

Chi vorrebbe conservare per tanto tempo un device elettronico?
«Come utilizzatori siamo profondamente cambiati: ci stiamo rendendo conto che è un vantaggio potere utilizzare una specifica funzione senza necessariamente possedere l’oggetto che la rende possibile. In qualche modo stiamo iniziando a privilegiare l’assistenza sull’usato rispetto all’acquisto di un dispositivo nuovo, con funzionalità che magari non andremo neanche mai ad utilizzare».

Resta però uno scoglio: la paura, in primis delle aziende, che la riparabilità faccia guadagnare di meno. Quanto potremmo guadagnare, invece, riparando?
«Qualunque innovazione chiede tempo per venire percepita come un valore, anche dalle logiche di mercato, e soprattutto chiede di ridefinire le priorità.

Nel loro libro Una buona economia in tempi difficili (Good economy for hard times) lo spiegano molto bene Abhijit Banerjee e Esther Duflon, premi Nobel per l’Economia: in questo momento storico dobbiamo rivedere le priorità e rivolgere le risorse a nuovi obiettivi, come la sostenibilità ambientale e quella sociale.

Fino a ieri trarre profitto migliorando la durata era difficile per oggetti del quotidiano, ma oggi non mancano le volontà per destinare parte delle risorse a riparare anziché mandare in discarica: i governi si stanno rendendo conto dell’importanza della sostenibilità ambientale e legifereranno in questo senso; di pari passo andrà l’economia. 

Se c’è una domanda di riparabilità e una legislazione che la regola, la riparabilità può diventare la norma.

È già successo in passato con le benzine verdi e i motori elettrici».

Il design di qualità alta è il perfetto alleato della durata come valore. R-riparabile è nato proprio dalla mia curiosità di progettista di capire se era vero che la domanda di riparabilità stesse crescendo nel mondo, e se questa qualità potesse diventare una opportunità per innovare.

Oggi è divenuto un sito dove informo su quel che di nuovo viene introdotto, mostrando anche alcuni esempi di successo».

La prima sfida è a livello aziendale: fare in modo che chi produce promuova contemporaneamente la riparabilità. Cosa sta cambiando da questo punto di vista?
«Gli esempi sono tanti e tra quelli più emblematici c’è la californiana  Patagonia: un’azienda di abbigliamento outdoor ad alte prestazioni che ha avviato alcuni anni fa specifiche iniziative per invogliare i consumatori a rimettere in circolo l’usato e a riparare anziché acquistare il nuovo fino ad arrivare, sotto la guida del CEO Rose Marcario, a una partnership con gli attivisti di iFixit per rendere disponibili on line guide per la riparazione di giacche e attrezzature».

In fatto di elettronica, invece?
«La spinta venuta dagli attivisti che oggi fanno parte della Open Repair Alliance ha prodotto qualche passo in avanti anche in campo elettronico: persino Apple ha dichiarato che entro il 2030 ogni suo prodotto sarà carbon zero. Ma, come cito nel sito, ci sono anche esempi di chi ha tentato strade diverse dal design inaccessibile di Apple.

Fra gli altri Project Ara, un progetto di smartphone modulare sviluppato da Google e avviato con Motorola sullo spunto del designer olandese Dave Hakkens «Phonebloks», un concetto di design molto interessante che probabilmente potrebbe diventare la normalità per i cellulari di domani: un corpo base con tanti componenti modulari aggiunti, indipendenti e sostituibili, che nel tempo permettono la riparazione o la sostituzione di un componente che si è rotto o usurato; ma anche di implementare le funzioni. Un altro progetto di smartphone molto interessante è Fairphone: un cellulare etico, che privilegia la facile riparabilità, ma progettato per rispondere a criteri di responsabilità sociale e ambientale molto nuovi per il settore ».

Links alle fonti video Youtube e ricerche Google Giornata internazionale della riparazione

https://www.facebook.com/events/engim-piemonte-artigianelli-torino/restart-party-giornata-internazionale-della-riparazione/653471218392865/

https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_internazionale_della_riparazione

Giornata della riparabilità su Google….

Repair day su Google..

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