Mangiatore veloce di Würstel da Guinness dei primati
Il würstel è un termine utilizzato in italiano per riferirsi genericamente agli insaccati parzialmente bolliti e affumicati tipici della Germania, dell’Austria e del Trentino-Alto Adige in Italia. Wikipedia
In Germania cucinati con il curry rappresentano il piatto nazionale, tanto che i piatti di CurryWurst venduti ogni anno sono circa 800 milioni. Nel nostro Paese non sono così diffusi ma il loro consumo è in costante crescita negli ultimi anni.
Anche se la patria mondiale è considerata la vicina Germania, nel nostro Paese il consumo si è diffuso dalla metà degli anni ’70 grazie alle serie tv e ai film americani in cui compariva sottoforma di hotdog, il classico panino con wurstel condito con ketchup, maionese o senape che resterà così per sempre nell’immaginario collettivo.
Oggi i wurstel sono entrati stabilmente nella dieta settimanale di grandi e piccini, in casa o fuori casa, consumati cotti alla griglia, in padella o sulla piastra e generalmente accompagnati da patatine.
Essendo nati come street food, il modo più naturale di mangiarli è bolliti in un panino, magari camminando per strada, come avviene in Germania, Austria e i molti Paesi nordici dove ad ogni angolo di strada si trovano chioschi che vendono il classico panino con il wurstel. Nulla a che vedere con l’hotdog americano, inserito in un panino grande quanto tutta la lunghezza del “salsicciotto” e abbondantemente condito con ketchup e maionese. Generalmente li si trova crudi, venduti in confezioni di plastica sottovuoto da 3 o sei pezzi, ma sarebbe preferibile conservarli cotti, in barattoli di vetro o scatole di latta, come vuole la tradizione tedesca.
Se li si cucina a casa e non li si usa lessati, è consigliabile non aggiungere olio o burro alla cottura, dal momento che ne sono già saturi e lo rilasciano da soli.
Gli ingredienti dei wurstel di suino
I wurstel di puro suino sono considerati generalmente più pregiati e, nel caso dei prodotti di qualità, la carne supera anche l’85%. Vengono, tuttavia, utilizzati comunque spolpi e rifilature provenienti dalla lavorazione di tagli destinati ad altre produzioni, come prosciutti, pancetta e spalle. Come spiega il tecnologo alimentare, la composizione dei triti e dei carnicci che si ricavano è variabile, con una presenza di grasso mediamente tra il 15 e il 25% e un contenuto di tessuto duro connettivo tra l’1 e il 7%.
A chi piacciono? A chi no?