
Grandi all’incirca come un elefante indiano, i Mammut sono imponenti animali vissuti nel Neozoico o Quaternario. i mammut avevano un folto mantello con peli lunghi circa 50 centimetri, che consentiva loro di resistere alle basse temperature.
Visto in cartoni animati e documentari: l’antenato dell’elefante, con le enormi zanne ricurve e la folta pelliccia, visse dai 200.000 a circa 5.000 anni fa in Asia, Europa e Nord-America.
Questi pachidermi, noti come Mammut lanosi, per sopportare le condizioni di freddo intenso svilupparono una folta pelliccia irsuta e notevoli spessori di grasso sottocutaneo. Una gobba sulle spalle costituiva una ulteriore riserva energetica. Il Mammut è fra gli animali della preistoria uno dei meglio conosciuti perché, essendosi estinto circa 10.000 anni fa, è stato possibile rinvenirne parecchi resti ben conservati.
Non è solo il loro nome scientifico, Elephas Primigenius, a evidenziare la parentela con i nostri elefanti, ma anche la pachidermica corporatura e la presenza della proboscide.
Mammuthus sono varie specie di grossi proboscidati estinti, strettamente imparentati con gli odierni elefanti, caratterizzati da lunghe zanne ricurve e, nelle specie settentrionali, da un lungo vello che ne ricopriva il corpo. Vissero dal Pliocene (circa 4,8 milioni di anni fa) fino a circa 3.500/4.000 anni fà.
I mammut non erano solo bruni come spesso vengono rappresentati, ma ce n’erano alcuni anche rossicci e altri biondi.
A scoprire la colorazione dei lunghi peli dei bestioni preistorici sono stati alcuni scienziati tedeschi che hanno analizzato il DNA estratto dai resti di un esemplare siberiano vissuto 43.000 anni fa.
Il gene responsabile della “tintura” è il Mc1r, che ancora oggi controlla la colorazione del mantello di alcuni mammiferi.
I Mammut rivivono grazie a degli scienziati
Nonostante siano passati migliaia di anni dalla loro completa estinzione – si stima circa 10.000 anni – gli scienziati stanno portando avanti un progetto molto ambizioso: quello di riportare in natura questa affascinante specie.
Ricreare i Mammut: sembra un’affermazione assurda e impossibile, eppure i ricercatori discutono di questa prospettiva da anni. Ciò che prima era, però, un progetto troppo lontano e ambizioso, sembra che possa realizzarsi nel concreto: sono arrivati dei nuovi finanziamenti, del valore di 15 milioni di dollari. Il progetto è nato dall’idea dell’imprenditore Ben Lamm che – insieme al professore di genetica della Harvard Medical School, George Church – ha fondato la società di bioscienze e genetica Colossal.
Clonare i Mammut utilizzando il DNA conservato in laboratorio è impossibile, perché questo DNA – prelevato dai resti che sono stati scoperti – non è in buone condizioni. L’obiettivo è quindi creare, grazie all’ingegneria genetica, un ibrido elefante-mammut praticamente identico alla specie ormai estinta. Per farlo, gli scienziati hanno intenzione di prelevare delle cellule dalla pelle di elefanti asiatici – a rischio estinzione – e unirle a delle cellule con DNA di mammut. Si creano così degli embrioni che si svilupperanno poi grazie ad una madre animale surrogata o ad un utero artificiale. Se tutto va bene e procede secondo i piani, entro 4-6 anni dovrebbero nascere degli elefanti con tratti genetici tipici dei mammut.
Fonti e approfondimenti siti video youtube e ricerche…
https://www.focus.it/ambiente/animali/di-che-colore-erano-i-mammut
https://it.wikipedia.org/wiki/Mammuthus
https://www.sapere.it/sapere/strumenti/domande-risposte/animali-ambiente/mammut.html