Le ricerche sull’invecchiamento sono cominciate solo negli anni Cinquanta con la formazione di organizzazioni quali l’As sociazione Internazionale di Gerontologia, l’Istituto Sovietico di Gerontologia, la England’s Nuffield Foundation, l’Istituto Svizzero di Gerontologia Sperimentale e gli United States’ National Institutes of Health. Mediante queste istituzioni, in un tentativo di trovare la causa del cancro, dei disturbi cardiaci, del diabete e di altre malattie, vasti e costosi studi stanno investigando le interessanti nuove frontiere nei campi dell’immunologia, dei meccanismi endocrino e neurale, della sintesi delle proteine e della patologia dei radicali liberi.
Durante l’ultimo decennio, una vera esplosione di nuove in formazioni è emersa da questi e da altri studi.
Centinaia di genetisti, di biologi molecolari, di immunologi e di dietisti hanno fatto importanti scoperte che rivelano come il corpo funziona e come invecchiamo.
Usando la tecnologia moderna, gli scienzia ti hanno sintetizzato vari ormoni di “gioventù” e di crescita che possono essere di aiuto nel prolungare la vita. I ricercatori han no sviluppato specifici anticorpi per un vasto numero di malattie infettive.
Entro certi limiti abbiamo imparato a intervenire nella chimica del nostro corpo usando supplementi nutritivi.
Questi interessanti nuovi sviluppi hanno eccitato l’immagi nazione del pubblico e hanno dato l’avvio a una valanga di re lazioni giornalistiche, di articoli su riviste, e di libri che mettono in evidenza l’approccio biochimico al prolungamento della vita.
Le scoperte sono state drammatizzate ed esagerate per creare l’impressione che una pillola contro la vecchiaia verrà realizzata entro pochi anni.
In realtà la tecnologia necessaria per allungare la vita deve essere ancora sviluppata.
Progressi nell’immunologia e nella manipolazione dei geni potranno alla fine rallentare il processo dell’invecchiamento.
Tuttavia una effettiva produzione di pillo le anti-vecchiaia – pur ammettendo che vengano prima o poi scoperte – può essere questione di vari decenni. Inoltre non si è parlato degli effetti contrari e delle complicazioni che sono ine renti all’uso di molti farmaci.
Poiché le funzioni di escrezione sono più lente nei vecchi, gli effetti collaterali di un farmaco in teso a prolungare la vita ne controbilanceranno probabilmente i benefici.
Anche se un farmaco di “gioventù” venisse scoperto, la produzione potrebbe esserne differita dalla FDA, mentre il suo costo potrebbe essere fuori della portata di molti.
Di conseguenza, pochi gerontologi credono seriamente che una qualche forma di intervento biochimico o medico porterà a una rivoluzione nella longevità.
Questo è stato confermato in un’intervista col dott. Edward Schneider dei National Institutes of Aging, nel Washington Post del 23 giugno 1983.
In risposta a una domanda circa la possibilità di una pillola anti-vecchiaia, il dott. Schneider mise in evidenza che “la ricerca sulla natura dell’invecchiamento è un’area quanto mai fascinosa e promettente.
Ma è una ricerca molto nuova, e non abbiamo ancora le risposte.
Tutte le prove ci indicano che la vecchiaia è causata da molti, moltissimi fattori.
Cosi, pensare che una sola pillola magica o un semplice antiossidante possano curare la vecchiaia è estremamente ingenuo”.
