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Coaching = Istruire Podcast professionale di successo allenamento mentale motivazione miglioramento crescita personale come cambiare mentalità per vincere

Il coaching affiancamento e guida è una metodologia di sviluppo personale nella quale una persona (il coach) supporta un cliente o allievo (detto coachee) nel raggiungimento di uno specifico obiettivo personale, professionale o sportivo.
Un coach fornisce il suo supporto verso l’acquisizione di un più alto grado di consapevolezza, responsabilità, scelta, fiducia e autonomia.
Il coaching è una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il loro potenziale personale e professionale.

Essere un buon Coach significa percepire ogni persona come individuo a sé. Significa essere curiosi.
Significa essere autentici, comprendere lo stato d’animo delle altre persone e instaurare con loro un rapporto di fiducia.

Coaching

L’Associazione Coaching Italia, invece, definisce il coaching una metodologia che si basa su una relazione di partnership paritaria (tra il Coach e il suo Cliente) che, attraverso un rapporto commerciale (di espressa natura contrattuale), mira a riconoscere, sviluppare e valorizzare le strategie, le procedure e le azioni utili al raggiungimento di obiettivi operativi collocati nel futuro del cliente…

Esperti di tecniche di Coaching, motivazione, miglioramento personale, gestione dei gruppi, comunicazione efficace, leadership e coaching in ambito sportivo e ….

Non si può non comunicare. Questo sosteneva Paul Watzlawick, il famoso psicologo e filosofo austriaco che definì gli assiomi della comunicazione umana assieme agli altri ricercatori della celebre Scuola di Palo Alto.

A pensarci questa affermazione è talmente vera che risulta quasi scontata. Eppure i suoi effetti nella pratica della nostra vita sono davvero potenti. In particolare in tutte quelle professioni che si fondano su una comunicazione efficace e persuasiva.

Il medico, lo psicologo, il personal trainer, il farmacista e tutti coloro che sono visti come esperti capaci di fornire aiuto, consiglio e guida comunicano con ogni gesto e ogni sguardo anche quando non se ne rendono conto.

Spesso questi professionisti si limitano ad esercitare il proprio ruolo di tecnico e si dimenticano che sono esseri umani che comunicano non solo nozioni ma anche stati d’animo propri, giudizi sulla persona che hanno di fronte, fastidi e tensioni oppure benevolenza, genuino interesse e desiderio di aiuto.

Rifugiarsi dentro il proprio ruolo di tecnico, alzare barriere come scrivanie, divise, simboli di potere è una strategia a volte necessaria e vecchia come il mondo ma non aiuta ad evocare un cambiamento nella persona che ci sta chiedendo aiuto o consiglio.

Il modello prescrittivo

Il modello tipico utilizzato in medicina e in altre discipline classiche è quello prescrittivo. Si tende quindi ad “ordinare” una procedura e a non preoccuparsi più di tanto di come e perché la persona la debba adattare. Si parla di “aderenza” ad una terapia per esempio ma si fa poco per rendere quell’aderenza frutto di una scelta emotiva della persona piuttosto che conseguenza della paura di un male più grande.

Forse per questo quando si prova a fare cambiare stile di vita ad una persona in un contesto dove la paura e il rischio di malattie sono ancora scarse, si fa davvero molta fatica.

Il cambiamento non va prescritto ma evocato

Il cambiamento infatti non andrebbe prescritto o provocato ma evocato: per cambiare davvero una persona ha bisogno di farlo per sé, per i propri motivi e seguendo le proprie chiavi emotive.

Fare le domande giuste senza dare risposte 

E qui torna in gioco la comunicazione e in particolare la capacità di fare le domande giuste e non tanto di dare le risposte tecniche.

Il coaching fatto bene si fonda proprio su questo, sul fare le giuste domande, quelle domande che fanno vedere alla persona nuove prospettive e che evocano in lui o lei nuove risposte e nuovi comportamenti.

Nel coaching è necessario resistere alla tentazione (purtroppo forte anche nei non esperti) di dare consigli, di suggerire vie d’uscita, di fornire soluzioni.

Il tecnico (medico, psicologo o altro) ha le competenze per farlo e gli viene chiesto dalla sua professione ma dovrebbe aggiungere la componente del coaching per rendere più facile il cambiamento nella persona che sta aiutando.
Il non tecnico non ha le competenze per farlo e dovrebbe astenersi dal suggerire e semplicemente aiutare la persona a scoprirsi, a capirsi un po’ più a fondo.

Nel coaching tornano molto utili il bagaglio di conoscenze sviluppate dallo psichiatra Milton Erikson, considerato da molti un genio e padre di molte altre discipline tra cui la terapia strategica e la PNL.

Evitare di interrompere, ascoltare per davvero, non pensare già alla risposta da dare mentre l’altro sta ancora parlando, non avere un contatto visivo, creare rapporto, usare il “matching” e il “mirroring”, proporre un “reframing”, usare metafore e analogie, sono tutte cose su cui puntare per migliorare il lavoro che si fa con una persona.

E poi ci sono le domande, domande strategiche mirate, costruite per suscitare un certo tipo di riflessione nell’interlocutore, un’arma potentissima per evocare un cambiamento in positivo.

Infine oggi ci sono le neuroscienze che ci forniscono una mappa sempre più chiara di come funzioniamo e dei fattori che determinano i nostri comportamenti. Conosciamo il ruolo della corteccia prefrontale e dei gangli della base nel cambiamento, sappiamo come funzionano i centri della gratificazione e la dopamina e comprendiamo sempre meglio la funzione dei neurotrasmettitori e degli ormoni nei comportamenti umani.

Tutto questo può sembrare complesso ma si può imparare. Il Metodo Ongaro® nasce proprio per fornire una metodologia scientifica e chiara a tutti coloro che vogliono incidere positivamente sull’esistenza degli altri e aiutarli a cambiare stile di vita.

Si tratta di un condensato di conoscenze e di tecniche pratiche che possono arricchire in modo concreto le capacità di stimolare il cambiamento in positivo.

Se vuoi diventare un bravo Coach oppure aggiungere la componente del coaching all’interno della tua professione per rendere più facile il cambiamento nella persona che stai aiutando, iscriviti ora al corso di certificazione nel Metodo Ongaro® (MOCP).

Alcune caratteristiche in comune che hanno i coach di successo…

PRESENZA MENTALE E OSSERVAZIONE

In particolare, è importante essere consci delle altre persone come individui unici, ciascuno con i propri sogni, le proprie paure, i propri talenti e i propri problemi, perché questa è la materia prima su cui lavora il Coaching.

È anche utile essere capaci di osservare, notare schemi che si ripetono e tematiche presenti in ciò che i tuoi clienti fanno e dicono, o non fanno e non dicono.

CURIOSITÀ E PAZIENZA

Il lavoro del Coach è aiutare i clienti a esplorare i propri problemi. Il Coach fa domande con uno spirito di genuina curiosità. È essenziale essere bravi ascoltatori, perché è principalmente il cliente a dover parlare. Per chi sceglie questa professione, la pazienza è una virtù che vale la pena di coltivare.

EMPATIA E RAPPORT

Quando un Coach è empatico, crea uno “spazio sicuro” in cui la persona può aprirsi completamente e parlare in modo onesto di ciò che prova. E quando hai genuino interesse per la persona a cui stai facendo Coaching, entrerete rapidamente in connessione, instaurando e mantenendo rapport con facilità.

AUTOCOSCIENZA

Se conosci te stesso, se sei a tuo agio nei tuoi panni, ragionevolmente a posto ed emotivamente stabile, hai le carte in regola per essere un buon Coach.
Sono aspetti estremamente importanti dato che in alcuni casi ti troverai a lavorare con persone che stanno avendo difficoltà sul piano personale.

AUTENTICITÀ

Prima di tutto i grandi Coach sono tutti persone vere e autentiche. Non stanno interpretando un ruolo o portando una maschera, recitando la parte di quello che pensano sia il comportamento corretto di un Coach. I grandi Coach sono prima di tutto se stessi e solo poi dei Coach.

Hanno totale fiducia nelle capacità del cliente e lo invitano continuamente ad essere un partner nella costruzione del suo programma di coaching;
 
Sanno distinguere esattamente fra contenuti e processi e svolgono il loro ruolo facilitando i processi che permettono al cliente di acquisire nuove e utili prospettive che gli consentono di muoversi verso i risultati concreti;
 
Hanno sviluppato una profonda capacità di ascolto, che va oltre quanto espresso verbalmente, e utilizzano questa abilità per costruire domande e osservazioni particolarmente efficaci per il cliente;
 
Posseggono competenze imprenditoriali e manageriali che gli consentono di costruire e portare avanti la loro attività professionale;
 
Si aggiornano con continuità e hanno un network di riferimento internazionale con il quale confrontarsi in modo tale da poter offrire ai loro clienti quanto di meglio è stato sviluppato nel settore.

FONTI il coach come trovarne uno bravo e come diventarlo e aiutare gli altri e maggiori informazioni su: 

Quali sono le caratteristiche di un buon coach?

Associazione Coaching Italia

https://it.wikipedia.org/wiki/Coaching

https://www.metodo-ongaro.com/

Quali caratteristiche hanno i coach di successo?

Come Cambiare Mentalità Per Vincere by Francesco Fornaro https://www.francescofornaro.com/

Come riconoscere un buon coach? Quali sono le caratteristiche di un buon coach?

Un buon Coach è pronto a spronare i propri clienti a dare il meglio, ed è capace di essere onesto e diretto nel dare feedback. Il buon Coach è a suo agio anche di fronte ai rischi e incoraggia le persone ad andare al di là della loro zona di comfort, alzando l’asticella e la posta in gioco

video youtube Come riconoscere un buon Coach Filippo Ongaro

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Il podcast dedicato al Coaching Professionale e all’allenamento mentale che modella la tua mente: strategie, metodi, tecniche, attitudine e mentalità per vincere pensando bene e pensando meglio, vivendo in equilibrio e centratura le sfide della vita, del lavoro e dello sport.

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